mercoledì 31 agosto 2011

E’ la simmetria un altro dei segreti degli Apple Store?


 

Architetti e designer che lavorano per conto di Apple curano in modo maniacale il design di un nuovo store. Da uno dei disegni del progetto dell’Apple Store sulla 4th Street di Berkeley è possibile vedere come l’azienda cerchi di ottenere la perfetta simmetria tenendo conto di vetri alle finestre, porte, piastrelle e persino del marciapiede davanti al negozio.


L'armonia della simmetria. Ecco uno dei segreti che rendono piacevole l'esperienza di acquisto in Apple Store. A prendere nota delle novità portate con le revisioni progressive del design dei negozio IfoAppleStore facendo una analisi sull'Apple Store sulla 4th Street di Berkeley.
L’attenzione al minimo dettaglio si spinge alle estreme conseguenze e tutto è, appunto, perfettamente simmetrico. Tutti gli elementi costruttivi e di arredo sono predisposti in modo da essere allineati e simmetrici: le piastrelle del pavimento, i vetri alle finestre, le parti in metallo e persino la pavimentazione del marciapiede all’esterno del negozio. L’effetto sarà pienamente visibile a lavori ultimati, passanti e visitatori noteranno certamente il notevole impatto del negozio probabilmente non rendendosi conto del perché questo sia così "magnetico".
La costruzione di un Apple Store prevede numerosi studi e preparativi: il fabbricato è costruito con pietre ricercate, acciaio, vetro e materiali selezionati provenienti da varie parti del mondo.

martedì 30 agosto 2011

Su Google Plus solo identità reali









I social network sono fatti di persone e quindi di identità reali: secondo altri invece è necessario e plausibile che ci siano dei nickname invece che un enorme elenco internetfonico.

Tra le reti sociali più recenti ha fatto discutere il caso di Google Plus nel quale non si possono usare i nickname: a chiarire la faccenda è intervenuto di recente Eric Schmidt, ex-CEO google, che durante l’International TV Festival di Edimburgo ha risposto ad alcune domande.

Secondo Schmidt il loro social network Google+ non è altro che un motore di identità ed è per questo motivo che gli utenti sono obbligati ad usare il proprio nome e la loro identità reale al posto degli pseudonimi. Ed è per questo che Google vieta di usare nomi fasulli e sospenda l'account con una notifica a chiunque lo faccia se non viene rettificato il profilo.

Dunque più che una rete sociale per comunicare con amici e conoscenti l'obiettivo di Google è quello di creare uno strumento per tenere traccia delle identità delle persone per migliorare il suo motore di ricerca. Secondo Schmidt questo tipo di approccio che porta trasparenza e controllo identificando chi usa il web mira a migliorare il Www piuttosto che pregiudicare la privacy delle persone.

Di recente Google ha aggiunto laverifica del nome per capire se un personaggio pubblico è vero oppure falso nel tentativo di capire se la persona che si sta aggiungendo ad una propria cerchia sia davvero chi dice di essere. Inoltre è anche possibile ignorare ciò che la persona sta inviando o facendo su Google+ evitando di ricevere notifiche su post e altre attività.

Bisogna capire cosa vuol far diventare Google+ la società di Mountain View: ad esempio il bottone +1 è diventato interattivo e ora permette di condividere articoli e pagine web direttamente su Google Plus. Insomma una sfida aperta al like di Facebook.

E lo stesso avviene anche su Android dove l'applicazione di Google+ con la versione 1.0.6 permette finalmente di condividere un post in maniera facile e veloce. A questo punto il dubbio è lecito: ma Google+ è un social network oppure un motore di ricerca di identità online?

lunedì 29 agosto 2011

Google TV: destinazione Europa











Le scarse vendite dei Logitech Revue, i set set-top box Google TV che dovevano rivoluzionare il settore della TV, colpivano qualche mese fa Logitech nel portafoglio. Il punto di incontro tra la TV e il Web falliva la propria missione e rimaneva invenduto negli scaffali dei negozi. La ricetta per il successo ? Tentare lo sbarco in Europa.
E’ una storia vecchia come il mondo. Quando un prodotto oppure un gruppo musicale non riscuote un certo successo negli Stati Uniti tentano la carta Europea e viceversa. Google TV ha fallito la propria missione negli Stati Uniti e Eric Schmidt, presidente esecutivo di Google, ha annunciato al Festival TV di Edimburgo di voler lanciare in Europa all’inizio del prossimo anno le neonata Google TV. Ha assicurato il pubblico dicendo che l’azienda (Google) è “assolutamente impegnata” nello sviluppo del progetto che consente agli spettatori di mescolare i contenuti web e la televisione sullo schermo del TV tramite un browser. Inevitabile qualche perplessità. Google TV non è riuscito a trasformare in partner diverse realtà di rilievo negli Usa e potrebbero trovarsi ad affrontare un problema simile in Europa.
Ecco cosa ha detto Eric Schmidt:
“Pensavano che andassimo a competere negli Stati Uniti con le emittenti o creatori di contenuti. In realtà il nostro intento è l’opposto. Noi cerchiamo di sostenere l’industria dei contenuti, fornendo una piattaforma aperta per le TV di prossima generazione ed evolverci, allo stesso modo di Android che è una piattaforma aperta per la prossima generazione di telefonia mobile.
Google ha sempre nutrito l’ambizione di estendere il proprio business che supera i 28 miliardi dollari nell’arena della televisione, dove vengono spesi la maggior parte dei budget pubblicitari globali. E ‘proprietaria di YouTube, il portale di video sharing più popolare al mondo che è diventato anche il secondo sito più visitato al mondo, ma non ha annunciato i profitti di tale società che aveva acquistato nel 2006. Il passo successivo (e logico) è l’entrata nel settore della TV ma i risultati sono stati (fino ad oggi) inferiori alle aspettative.
Il Presidente Esecutivo di Google ha espresso anche la propria opinione sui recenti disordini in Inghilterra ricordando a tutti che la chiusura dei Social Network per prevenire i disordini non è la soluzione al problema :
Internet è il riflesso di un problema e “spegnerla” non aiuta, di certo, a risolverlo."

domenica 28 agosto 2011

Il padre di Steve Jobs: «Voglio incontrare mio figlio»



Il padre che abbandonò da bambino Steve Jobs vorrebbe incontrare il genio della Apple prima che «sia troppo tardi». Lo ha confidato in esclusiva al tabloid The Sun lo stesso John Jandali, che oggi ha 80 anni, preoccupato dopo l'annuncio delle dimissioni di Jobs dalla guida del colosso informatico a causa del tumore che lo sta prosciugando.
Il fatto è che i due uomini non hanno rapporti: «Vivo nella speranza che prima che sia troppo tardi mi cercherà. Anche solo per bere un caffè, farebbe di me un uomo molto felice», ha dichiarato l'ottantenne vice-presidente di un casinò a Reno, in Nevada.


Steve Jobs, 56 anni, è nato nel febbraio 1955 a San Francisco dai genitori biologici John, al tempo studente di origini siriane, e Joanne Schieble, compagna di studi laureata. La coppia era giovane e non sposata e il bimbo fu adottato da Paul e Clara Jobs.
Oggi John spera che il figlio un giorno lo perdoni per averlo abbandonato e gli permetta di fare parte della sua vita: «Se potessi tornare indietro cambierei molte cose. E a maggior ragione negli ultimi anni dopo avere saputo che mio figlio è gravemente malato - ha affermato l'uomo - può suonare strano, ma non sono preparato, neanche se uno dei due fosse sul letto di morte, ad alzare la cornetta per telefonargli». Il padre biologico vorrebbe che fosse Steve a farlo, perchè il suo «orgoglio siriano» non vuole assolutamente che il figlio pensi che John è interessato alla sua fortuna: «Ho i miei soldi. Ciò che non ho è mio figlio...», ha detto l'uomo, dispiaciuto per il fatto che l'ex ad di Apple abbia mantenuto i contatti con la sorella, Mona, 54 anni (che pure non ha rapporti con il padre), e con la madre Joanne.


John ha scoperto solo cinque anni fa che suo figlio era uno degli uomini più ricchi del mondo. Ha raccontato di non avere potuto impedire l'adozione, perchè il padre della compagna non voleva che si sposassero e lei se ne andò a partorire a San Francisco senza dirgli nulla. Il padre poi morì e loro poterono sposarsi ed ebbero Mona. Ma il matrimonio non durò e oggi John vive in Nevada con la terza moglie: «Vorrei non essere stato l'uomo egoista che sono stato per permettere a entrambi i miei figli di girarmi le spalle e prego perchè non sia troppo tardi per dire a Steve cosa provo», ha concluso con un appello disperato.


Bonus di un milione di azioni al nuovo ad Tim Cook - Il nuovo amministratore delegato di Apple, Tim Cook, che ha preso il posto del dimissionario Steve Jobs, ha ricevuto un bonus di un milione di azioni della società di Cupertino, per un controvalore di 383 milioni di dollari sulla base del corso attuale del titolo. E' quanto sin desume da una comunicazione obbligatoria resa alla Sec, l'organo di controllo della borsa Usa. Secondo fonti del gruppo, il bonus del Chief Executive Officer è vincolato (50% al 2016 e l'altro 50% al 2021) alla permanenza dello stesso Cook alla guida dell'azienda.


Aviva: «L'impatto dell'addio di Jobs sarà lieve» - L'abbandono della carica di Ceo della Apple da parte di Steve Jobs, avrà un impatto sul bisiness generale nel breve termine «di scarsa entità» perché l'azienda di Cupertino «è gestita molto bene e la transizione dovrebbe avvenire in modo fluido». E' il parere di Simon Clements, di Aviva Investors Global Equity Fund.
«I lanci dei nuovi prodotti della Apple - spiega il manager di Aviva - sono ben programmati per i prossimi 18-24 mesi, quindi per tutto questo periodo le vendite non saranno impattate in nessun modo dall'annuncio delle dimissioni di Jobs. Il vantaggio competitivo di Apple è saldo ed è assicurato dal fatto che possiede il migliore sistema operativo sul mercato capace di trainare la domanda di iPhones e iPads distribuiti attraverso strutture come gli App store».
«Le aree in cui si sentiranno maggiormente la mancanza della visione e dell'influenza di Steve Jobs nel lungo periodo - aggiunge - sono lo sviluppo prodotto e la strategia. Non c'è dubbio che Jobs sia insostituibile, ma la sua mancanza non verrà sentita prima di qualche anno. Nel periodo in cui Jobs manterrà il ruolo di presidente, continuerà a influenzare aree come la strategia di prodotto».Il padre che abbandonò da bambino Steve Jobs vorrebbe incontrare il genio della Apple prima che «sia troppo tardi». Lo ha confidato in esclusiva al tabloid The Sun lo stesso John Jandali, che oggi ha 80 anni, preoccupato dopo l'annuncio delle dimissioni di Jobs dalla guida del colosso informatico a causa del tumore che lo sta prosciugando.
Il fatto è che i due uomini non hanno rapporti: «Vivo nella speranza che prima che sia troppo tardi mi cercherà. Anche solo per bere un caffè, farebbe di me un uomo molto felice», ha dichiarato l'ottantenne vice-presidente di un casinò a Reno, in Nevada.

sabato 27 agosto 2011

La foto di Steve Jobs che non avreste mai voluto vedere

La lettera di dimissioni da amministratore delegato di Apple di Steve Jobs, pur drammatica e toccante, non ha detto tutto quello che c'era da dire. E queste fotografie, scattate ieri, e pubblicate dal sito Tmz, lo dimostrano. Jobs è magrissimo, pallidissimo, malato...

Il fondatore di Apple che ha avuto un cancro al pancreas nel 2004 ed è stato sottoposto a trapianto di fegato nel 2009, ha ridotto la sua presenza nell'azienda nel gennaio scorso per ragioni di salute. Jobs non ha lasciato l'azienda del tutto, ma ha assunto l'incarico di presidente del consiglio di amministrazione con la promessa di continuare ad occuparsi di strategia e di rimanere coinvolto nello sviluppo dei futuri prodotti.

La fiducia in Apple da parte degli investitori è tale che il titolo non è crollato neppure il giorno dopo le dimissioni, e venerdì è tornato a chiudere in positivo. Sul caso Jobs si era addirittura ricominciato a scherzare e a dire che Apple può anche fare a meno di lui e del suo genio. Forse non era il caso.

Tuttavia, qualcuno dubita dell'autenticità della foto e della credibilità del magazine, noto per le notizie urlate e gli scatti sensazionalistici (in genere però Tmz non prende queste cose alla leggera e le immagini sono vere, anche se magari di cattiva qualità). Su numerosi blog, compreso il forum di Macrumors, ci si chiede se l'immagine sia stata ritoccata, ma per il momento non ci sono prove che chiariscano in modo definitivo la vicenda.

venerdì 26 agosto 2011

Microsoft attacca Motorola: bloccate quei telefoni

Motorola Mobility, in procinto di finire nelle mani di google per 12,5 miliardi di dollari, infrange sette brevetti Microsoft che riguardano tecnologie, tra le altre, come la visualizzazione del cambiamento del livello di carica della batteria, la sincronizzazione delle email, la gestione dei calendari e dei contatti.
La casa di Redmond ha chiesto all'International Trade Commission (ITC) di bloccare l'importazione negli Stati Uniti di alcuni terminali Android (Droid 2, Droid X, Cliq XT, Devour, Backflip e Charm).
"Abbiamo la responsabilità verso gli impiegati, i clienti, i partner e gli azionisti di salvaguardare la nostra proprietà intellettuale", ha dichiarato Davide Howard, uno dei legali di Microsoft. "Motorola infrange i nostri brevetti e abbiamo fiducia che l'ITC deciderà in nostro favore".



Di contro Motorola ha dichiarato che si difenderà "vigorosamente" da quella che ritiene essere una strategia di attacco a suon di brevetti decisa a tavolino dalla casa di Redmond. "Abbiamo aperto contenziosi legali negli Stati Uniti e in Europa per affrontare la violazione delle proprietà intellettuali di Motorola Mobility da parte di Microsoft", ha dichiarato Jennifer Erickson, portavoce dell'azienda.
Questo è solo l'ultimo atto di un botta e risposta di denunce tra le due aziende. Microsoft ha già denunciato Motorola per l'infrazione di brevetti, e il produttore di telefoni ha fatto altrettanto. In questi mesi chiaramente non si è arrivati a un accordo e chissà che l'ingresso di Google in scena non possa cambiare le cose, anche se difficilmente succederà qualcosa.

Motorola Milestone 2

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Ricordiamo che l'acquisizione di Motorola, che fa di Google un produttore di smartphone, è stata motivata in gran parte anche dalla necessità del colosso di Mountain View d'incamerare brevetti per difendere Android dall'insorgere di nuovi contenziosi.
Secondo alcuni esperti nel vasto portfolio di proprietà intellettuali di Motorola Mobility ci sarebbero 18 brevetti chiave per la salvaguardia dell'OS mobile. Tra questi tecnologie che riguradano touchscreen, 3G, localizzazione e invio/ricezione di email. A ogni modo non resta che attendere. Il giudice Theodore Essex darà un suo primo parere il 4 novembre, mentre la commissione completerà l'intera indagine il 5 marzo del prossimo anno.

Tutto cambia, tranne Apple


"Io credo che i giorni più luminosi e innovativi di Apple debbano ancora venire. E non vedo l'ora di guardare e contribuire al suo successo in un nuovo ruolo." Questa è una delle ultime frasi della lettera con la quale Steve Jobs ha dato le dimissioni da CEO di Apple, ruolo che ufficialmente continuava a mantenere ma dal quale era comunque assente dall'inizio di quest'anno.

Al di là ventata di ottimismo che sicuramente avrà voluto infondere per compensare l'inevitabile contraccolpo della notizia (a seguito dell'annuncio, fatto per ovvi motivi a mercati chiusi, il titolo AAPL è arrivata a perdere fino al 5 per cento anche se durante le contrattazioni di ieri ha recuperato quasi tutto) questa frase nasconde due dettagli sui quali vale la pena soffermarsi.

Il primo (partiamo dal fondo) è che Jobs non se ne sta andando ma ha semplicemente ufficializzato una situazione che di fatto si sta trascinando da diversi mesi, ovvero il trasferimento della carica di CEO al predestinato Tim Cook. Steve Jobs continuerà comunque la sua attività in Apple come presidente del consiglio e membro dello stesso, oltre a mantenere un non-meglio-identificato ruolo di "impiegato Apple". Più volte il mercato aveva chiesto una mossa in tal senso, perché Jobs non poteva delegare all'infinito un ruolo di tale importanza: la notizia fa quindi un certo effetto per la sua ufficialità, ma non giunge certamente inattesa a chi segue da vicino tutti gli eventi che ruotano intorno a Cupertino (tanto che, secondo alcuni analisti, modo e tempo sono stati scelti a tavolino). In ogni caso, pur abbandonando il titolo di CEO, Jobs si è ritagliato un ruolo di non poca importanza, il che lascia intendere che (finché ne avrà le forze e la volontà) avrà ancora modo di dire la sua sulle linee guida da seguire... non è un caso che Jobs abbia preannunciato un futuro luminoso e innovativo al quale intende dare il suo contributo, e qui ci riallacciamo al secondo dettaglio.

Parlando di "giorni luminosi" è evidente Jobs si augura che Apple continui la sua strada di successi e record di mercato, così com'è stato negli ultimi anni, ma parlando di "innovazione" il pensiero si sposta inevitabilmente verso l'annuncio dei prossimi prodotti, e non mi riferisco solamente all'imminente iPhone 5 (che dovrebbe essere presentato il prossimo mese) ma a tutti quei prodotti che sono già in fase di ideazione, progettazione e sviluppo: prodotti che arriveranno nel 2012 o ancora più tardi, perché certi dispositivi non si progettano da un giorno all'altro ma possono richiedere anni di sviluppo, test e perfezionamenti.

In definitiva, nel bene o nel male, CEO o non-CEO, Steve Jobs avrà ancora a lungo la sua influenza strategica anche se Tim Cook, vista l'investitura ufficiale, terrà le redini dell'azienda e dovrà agire in prima persona prendendosi tutte le responsabilità del caso. Del resto, come ho avuto modo di dire in altre occasioni, Cook ha già dimostrato di saper guidare l'azienda, soprattutto in questi ultimi mesi: sebbene non abbia lo stesso carisma o le stesse intuizioni geniali, condivide con Jobs lo stesso carattere, forte, deciso e molto esigente con propri collaboratori, anche a costo da risultare un po' antipatico. Cook è un ottimo amministratore e non si troverà da solo a guidare Apple visto che (al di là della sua presenza come presidente del consiglio d'amministrazione) in questi anni Jobs ha saputo circondarsi di molti collaboratori di valore, ognuno con le proprie peculiarità: una squadra vincente che, perlomeno nel breve e medio periodo, proseguirà il lavoro impostato da Jobs. Sul lungo periodo credo invece che ogni previsione sia inutile, non solo per Apple ma per tutto il settore informatico.

Ma quale sarà questo lavoro già impostato che si preannuncia come innovativo (lo stesso Tim Cook, nel suo messaggio di presentazione ai dipendenti ha rimarcato più volte questo concetto)? Senza entrare nel dettaglio di alcuni rumors che diventano sempre più insistenti, e che vogliono Apple in procinto di rivoluzionare completamente la propria linea di prodotti (magari spingendo già da subito i processori con tecnologia ARM su alcuni modelli di Mac), è evidente che il mercato dell'informatica stia per cambiare.

Fermo restando che il computer "classico" è ancora indispensabile per molte professioni (io stesso non potrei fare a meno del mio PC-Win) e non potendo ignorare il fatto che, anche limitandosi all'universo Apple, senza un Mac con OS X non si potrebbero nemmeno creare le App per iOS, gli ultimi risultati trimestrali disegnano un mercato del computer in crisi e un settore dei tablet in forte espansione. Pur conservando forti dubbi sulla tempistica e sugli effettivi vantaggi di una fusione immediata tra il mondo iOS e quello di OS X, tutti gli indizi portano in quella direzione: sarà questa l'ultima trovata di Jobs e il primo terreno di prova per Cook?

giovedì 25 agosto 2011

Apple metterà in vendita l’Iphone 5 a metà ottobre


Gli Iphone-maniaci sono in fibrillazione ormai da mesi. Ma Apple continua a tacere: una data ufficiale sul debutto della versione number 5 del melafonino, ancora non c’è. Eppure, il muro di riservatezza con cui il gruppo di Steve Jobs sta proteggendo l’ultima creatura si sta in realtà rivelando una specie di velo di tulle. Da cui, indiscrezione dopo indiscrezione (l’ultima è quella riportata ieri dal Wall Street Journal), filtrano notizie convergenti: il nuovo smartphone sarà sugli scaffali Usa alla metà di ottobre e verrà proposto dall’operatore telefonico statunitense Sprint e forse anche da AT&T e Verizon Wireless.
La decisione di commercializzare l’ultimo Iphone prima della stagione natalizia può essere legata a due motivi. Il primo riguarda l’inizio del nuovo anno fiscale, che per Apple prende il via in settembre. Mettere subito in bilancio i ricchi ricavi garantiti dal melafonino (il 40% degli introiti complessivi) significa iniziare il 2012 con il piede giusto. È inoltre probabile che il gruppo di Jobs voglia mandare un segnale di forza a Google, che portandosi a casa Motorola ha di fatto dichiarato guerra ad Apple.
Prezzi? Neanche a parlarne. Per ora, bisogna accontentarsi delle possibili “riforme strutturali“ apportate alla gallina tecnologica dalle uova d’oro. A cominciare da un aspetto più “magro“ rispetto alla versione in commercio. Il ridotto spessore implica un sistema di assemblaggio più laborioso, ma non sembra aver costretto Apple a rimandare - come qualcuno temeva - all’autunno inoltrato l’esordio di quello che sarà uno dei must have del prossimo Natale. Apple non pare infatti preoccupata per i consumi stagnanti: ai produttori di componentistica e agli assemblatori avrebbe chiesto di mettere a punto almeno 25 milioni di iPhone 5 entro fine anno. I rumor parlano inoltre dell’implementazione di una fotocamera da oltre 8 megapixel e di qualche ritocchino al design, ma le componenti più importanti saranno due: il “cervello“ del melafonino, ovvero il sistema operativo iOS 5 con le sue 200 nuove funzioni (tra cui quella, comoda, che permetterà di scattare foto premendo il tasto del volume); e il “cuore internettiano“ che batterà grazie a un chip Qualcomm destinato a rendere più rapida la connettività wireless.

iPad3: debutto previsto nel 2012. Ci sarà la tecnologia retina display

Per il Wall Street Journal il 2012 sarà l’anno di iPad 3 che erediterà dalla quarta versione dell’iPhone, la tecnologia Retina Display. Apple intenderebbe lanciare il tablet di terza generazione nel 2012, utilizzando la stessa strategia di marketing messa a punto anche per le due generazioni precedenti.
Rispettando le logiche del Retina Display, la risoluzione verrà raddoppiata, passando da 1024×768 pixel a 2048×1536 pixel, garantendo ai futuri utenti l’opportunità di visualizzare immagini e testi con maggiore nitidezza.
Non ci saranno novità a livello di dimensioni, poiché il display manterrà la diagonale da 9,7 pollici che, nonostante la guerra dei brevetti, verrà realizzato da Samsung ed LG, due multinazionali affermate che sarebbero in procinto di testare i pannelli da consegnare ad Apple. Secondo indiscrezioni però vi sarebbero ancora delle problematiche connesse all’aumento della risoluzione che vanno risolte quanto prima possibile.
Desta curiosità infine la notizia secondo cui Chimei Innolux, tra i fornitori dei display per iPad 2, non avrebbe avuto il placet dalla multinazionale di Cupertino per ciò che concerne la produzione del display del tablet di terza generazione.

Apple, Steve Jobs non è più CEO

Nella notte la comunicazione al consiglio e ai dipendenti. L'amministratore delegato si è dimesso, resta come presidente. Gli succede Tim Cook, attualmente già quasi plenipotenziario in azienda. Inizia la quarta era della Mela, la seconda senza il suo guru-fondatore

Con una decisione improvvisa ma non inattesa, Steve Jobs ha comunicato al consiglio d'amministrazione della Apple le sue dimissioni con effetto immediato. Il consiglio d'amministrazione ha accolto la proposta di Jobs di nominare Tim Cook, attuale COO e sostituto ad interim dell'amministratore delegato in congedo dallo scorso gennaio, nuovo CEO dell'azienda. Jobs conserva la sua poltrona nel consiglio d'amministrazione e ricopre ora la carica di presidente.

"Ho sempre detto che se fosse mai venuto il giorno in cui non avrei più potuto ricoprire il mio ruolo e soddisfare le aspettative come CEO Apple, sarei stato il primo a farvelo sapere. Sfortunatamente, quel giorno è arrivato": così spiega Jobs la sua decisione, per altro come detto largamente anticipata dagli osservatori visto il prolungarsi del suo congedo. Congedo che in ogni caso è coinciso con il lancio di nuovi prodotti, come iPad 2 e il nuovo MacBook Air, senza contare OS X Lion, tutti fino a questo punto di buon successo, e con due trimestri record consecutivi per l'azienda.

"Per quanto riguarda il mio successore - ha proseguito nella sua breve lettera Jobs - raccomando fermamente di mettere in atto il nostro piano di successione e nominare Tim Cook CEO di Apple". Suggerimento accolto: "Il consiglio d'amministrazione ritiene che Tim (Cook, ndr) sia la persona giusta a essere il nostro nuovo CEO - ha dichiarato Art Levinson a nome della Board nel comunicato stampa di rito - I suoi 13 anni di servizio presso Apple sono stati contrassegnati da performance lusinghiere, e ha dimostrato un notevole talento e un consapevole giudizio in tutte le sue attività".

Naturalmente Cook non è Jobs, e sono attesi contraccolpi in Borsa: nell'after-hours, le contrattazioni a listino chiuso, il titolo Apple ha perso il 5 per cento ma è atteso in calo all'apertura di Wall Street (AAPL è quotato al NASDAQ). In ogni caso, Jobs rimarrà nell'orbita Apple: la sua presenza garantirà comunque una sorta di paracadute per il titolo, che nell'ultimo periodo nonostante la situazione piuttosto stagnante ha comunque tenuto.

Nei prossimi mesi, Apple è attesa a una serie di prove che ne segneranno senz'altro le fortune per il futuro: in autunno è programmato il lancio di iOS 5, cui farà compagnia un nuovo iPhone e una gamma di iPod rinnovati. Nelle ultime ore si è fatto un gran parlare della possibilità che ci sia un altro prodotto pronto ad aggiungersi alla linea Mac, mentre da tempo si vocifera della possibilità che Apple possa decidere di tentare il grande balzo dal mondo x86 a quello ARM. Tutte possibilità nelle quali, c'è da scommetterci, la mano di Jobs c'entrerà eccome.