lunedì 30 maggio 2011

PayPal accusa Google Wallet: segreti violati

Neanche il tempo di essere annunciato che Google Wallet, il servizio pensato da Google per i micro-pagamenti tramite tecnologia NFC (Near Field Communication), ha ricevuto la sua prima grana: una causa intentata nientemeno che da PayPal. 
 

La causa è stata intentata perché, secondo PayPal, Google si sarebbe indebitamente appropriata di segreti commerciali alla base del sistema di pagamento tramite due dipendenti passati dall’una all’altra compagnia. In pratica, Osama Bedier, ovvero colui che ha presentato la nuova tecnologia di Google, abbia lavorato fino a poco tempo prima proprio per PayPal e, guarda caso, era impegnato proprio nello sviluppo di sistemi di pagamento mobile e nelle relazioni col team di sviluppo di Android. Secondo PayPal Bedier non solo avrebbe svelato segreti appartenenti alla sua ex-azienda a Google, ma lo avrebbe fatto addirittura prima di diventare un dipendente di quest’ultima. Il secondo dipendente incriminato è Stephanie Tilenius, Vice Presidente di Google per l’e-commerce e anch’essa stipendiata da PayPal fino a qualche tempo fa; secondo l’azienda avrebbe violato un obbligo contrattuale assumendo Bedier. La dichiarazione di Paypal è stata: “Abbiamo speso un sacco di energie e tempo per creare le cose che rendono PayPal la modalità preferita per i pagamenti di almeno 100 milioni di persone in tutto il mondo. Trattiamo i “segreti” di PayPal seriamente, e la prendiamo sul personale quando qualcuno non lo fa. Per questo abbiamo preso una decisione oggi. Intentare causa contro Google e due ex colleghi che ora vi lavorano: Osama Bedier e Stephanie Tilenius”. Le lame sono incrociate, dunque, ora tocca solo vedere fin dove si spingerà questa causa, se sarà portata effettivamente in tribunale o le due aziende raggiungeranno qualche accordo extra-giudiziale.

Microsoft guadagna con le vendite di Android

Android-Windows

Microsoft non ha fornito ancora dati ufficiali sulle vendite di smartphone con Windows Phone 7, ma secondo le ultime indagini di mercato i risultati non sono molto entusiasmanti. L’azienda di Redmond però ha trovato una fonte di reddito alternativa: Android.
Secondo un analista di Citi, Walter Pritchard, Microsoft guadagna infatti 5 dollari per ogni dispositivo venduto da HTC. Il produttore taiwanese ha venduto circa 30 milioni di terminali Android, per cui Microsoft ha incassato finora 150 milioni di dollari.
La licenza per Windows Phone 7 è di 15 dollari per ognuno dei 2 milioni di dispositivi venduti, con un profitto totale di 30 milioni di dollari. Ciò significa che Microsoft guadagna 5 volte di più dalle vendite di cellulari Android.
Lo stesso Steve Ballmer ha più volte affermato che il sistema operativo sostenuto da Google non è gratuito, ma infrange diversi brevetti per i quali dovrebbe essere pagata una licenza. Dal mese di aprile 2010, HTC ha raggiunto un accordo con Microsoft, versando appunto 5 dollari per ogni device. Altri produttori, tra cui Acer, ASUS, Motorola, Samsung e Barnes & Noble non hanno voluto pagare le licenze a Microsoft e quindi sono state denunciate.
Pritchard ha dichiarato che ora l’azienda potrebbe chiedere fino a 12,5 dollari per ogni dispositivo Android venduto e ciò avrebbe come conseguenza una riduzione dei margini di profitto per i produttori concorrenti, a tutto vantaggio di Windows Phone.

WWDC 2011: Apple potrebbe presentare un nuovo iPhone

Il 6 giugno 2011 è ormai molti vicino e i più informati affermano che nel corso del WWDC 2011 Apple potrebbe presentare un nuovo modello iPhone.
Le voci sono fondate sul fatto che in questi giorni l’azienda di Cupertino sta mandando diversi inviti alla stampa di tutto il mondo il che fa pensare a un evento in cui l’azienda di Steve Jobs potrebbe lanciare un nuovo dispositivo sul mercato e visto il periodo e lo scopo del WWDC 2011 sono in molti ad affermare che potrebbe trattarsi del nuovo iPhone.

Altri ruomors invece affermano che il prodotto lanciato non sarà di tipo hardware bensì sarà un nuovo prodotto di tipo software, ossia la nuova versione 10.7 di Mac OSX Lion già in fase beta da diverso tempo di cui è prevista l’uscita ufficiale sugli scafali entro l’estate oppure il tanto atteso iOS 5.0, il nuovo firmware per i dispositivi mobile di Apple.
A tal riguardo i più informati affermano che il nuovo iOS 5.0 sarà un nuovo firmware del tutto rivoluzionario che integrerà alcuni aspetti molto importanti sui dispositivi Apple, fra cui un nuovo sistema di notifiche, i widget in stile Mac OSX e il nuovo sistema di riconoscimento vocale basato sulla tecnologia di Nuance.

A tal proposito infatti viene specificato che il sistema di riconoscimento vocale basato su Nuance non sarà un semplice aggiornamento di Voice Control, bensì un nuovo sistema di riconoscimento vocale basato proprio sulla tecnologia e sull’esperienza di Nuance.
In ogni modo il 6 giugno 2011 è alle porte, non ci resta che attendere per scoprire quali saranno le novità che steve jobs ha riservato per questa nuova edizione del WWDC 2011.

sabato 28 maggio 2011

Sistema Operativo Android diventa un portafogli con Google Wallet


Quei geni di Google hanno tirato fuori dal cilindro un nuovo servizio con lo scopo di trasformare il Sistema Operativo Android in un portafogli virtuale, presentato Google Wallet , una suite di funzionalità addizionali presenti sui futuri smartphone Android e in grado di effettuare pagamenti sfruttando NFC (Near Field Comunication), in abbinamento con alcuni dei più noti servizi di credito a livello mondiale.

Quello del “portafogli virtuale” è un concetto discusso molto nel recente passato, oggi esistono i presupposti per metterlo in pratica e Google Wallet in collaborazione con Citi, MasterCard, First Data e Sprint, vuole senza dubbio essere il primo strumento in questo senso. Google Wallet è l’ennesima dimostrazione dell’impegno di Google per migliorare il modo di fare shopping, sia per le imprese che per i consumatori ,offrendo sempre nuovi strumenti semplici e di larga diffusione.

Google Wallet è un app mobile che permette di memorizzare i dati delle proprie carte di credito, carte fedeltà e carte regalo; quando si “tocca per pagare”, il telefono automaticamente utilizza le offerte ed immagazzina i punti fedeltà offerti. Come annunciato da Google, in futuro potranno essere anche memorizzati i dati di carte di imbarco per velocizzare le code ai check-in in aereoporto. Al momento, Google Wallet supporterà sia MasterCard Citi che Google Prepaid Card, debutterà negli USA (New York e San Francisco) questa estate e sarà compatibile con Samsung Nexus S 4G e operatore Sprint, ma c’è da giurarci sarà solo il primo passo di una lunghissima serie di “debutti”.

Microsoft, 5 dollari per ogni Android


È una strana posizione quella che ha assunto Android: da un lato rappresenta una delle piattaforme mobile rivali di Microsoft, dall’altro invece è divenuta un’importante fonte di guadagni per il gruppo di Redmond. Il come è presto spiegato: grazie ad un accordo con HTC a seguito di una denuncia per violazione di brevetti, Microsoft incassa infatti 5 dollari per ogni smartphone Android commercializzato dalla società taiwanese.
A riportarlo è Walter Pritchard, analista di Citi, che spiega come tale attività possa divenire nel tempo un importante business per la società di Redmond. Secondo le ultime stime, HTC avrebbe venduto circa 30 milioni di device Android, il che significherebbe 150 milioni di introiti per Microsoft: l’espansione dell’androide implica di fatto un incremento dei guadagni per l’azienda fondata da Bill Gates ed attualmente nelle mani di Steve Ballmer, che in più occasioni ha evidenziato come in realtà Android non sia totalmente esente da costi di utilizzo.
La situazione, poi, sembra destinata a porsi ulteriormente in favore del colosso statunitense: sono diversi i produttori attualmente accusati di aver violato proprietà intellettuali del gigante della Silicon Valley, con richieste di risarcimento dai 7,50 ai 12,50 dollari per dispositivo. La difesa del sistema operativo mobile nato nei laboratori Google non sembra però poggiare su solide basi, causa l’assenza di «proprietà intellettuali con le quali difendersi», come evidenziato dall’analista Pritchard: una vittoria dei legali di Redmond, che andrebbe così ad aumentare i ricavi provenienti dall’esercito Android, sembra essere così altamente probabile.
Oltre a rappresentare una miniera d’oro in termini economici, la lotta ad Android potrebbe significare per Microsoft un importante strumento da utilizzare per aprire la strada all’avanzata di Windows Phone 7: attualmente il margine di guadagno per i produttori di smartphone basati sull’OS di Google si aggira tra il 10 ed il 15 percento, ma qualora dovessero sopraggiungere ulteriori costi per le licenze la situazione potrebbe divenire economicamente svantaggiosa per numerose società, che potrebbero dunque decidere di guardare oltre alla ricerca di una soluzione alternativa. Una soluzione alternativa che, con Android in fuori gioco, risponderebbe con ogni probabilità al nome di Windows Phone.

Apple potrebbe presentare l’iPhone 4S durante l’evento WWDC 2011

Apple potrebbe presentare l'iPhone 4S durante l'evento WWDC 2011

Nuove indiscrezioni per quanto riguarda l’iPhone 4S: secondo infatti quanto si può leggere dagli ultimi rumors presenti sul Web, Apple avrebbe intenzione di presentare il nuovo iPhone 4S non a settembre, ma tra meno di due settimane nel corso dell’evento WWDC 2011, il quale si terrà presso il Moscone West Center di San Francisco dal 6 al 10 giugno.

Un invito mandato ai giornalisti inglesi dal reparto delle pubbliche relazioni di Apple porta infatti a pensare che nel corso della WWDC 2011 non ci sia soltanto la presentazione ufficiale dell’iOS 5.0 e del sistema operativo desktop Mac OS X Lion, ma anche la presentazione dell’iPhone 4S, smartphone che secondo le ultime indiscrezioni dovrebbe essere una semplice evoluzione dell’attuale modello iPhone 4, e non una netta rivoluzione come era invece accaduto con l’iPhone 4 nei confronti dell’iPhone 3GS. Non sappiamo ancora con precisione quali saranno le caratteristiche tecniche del nuovo iPhone 4S, ma è probabile che il telefono di casa Apple segua le orme dell’iPad 2: ci aspettiamo quindi la presenza di un processore dual core, una fotocamera con un sensore migliorato (probabilmente da 8 Megapixel), il supporto alla connettività di rete HSPA+ e, si spera, l’assenza del problema di ricezione dell’antenna, definito ironicamente AntennaGate dallo stesso CEO di Apple, Steve Jobs.

giovedì 26 maggio 2011

Facebook e Spotify, amici per lo streaming?


Ultime indiscrezioni: il sito in blu e il servizio di streaming musicale avrebbero trovato un accordo per far ascoltare milioni di brani agli utenti social. Con vantaggi reciproci, soprattutto in vista dello sbarco di Spotify negli States



Si tratta di semplici indiscrezioni, pubblicate tra le pagine online della celebre rivista statunitense Forbes. Gli alti vertici di Facebook avrebbero trovato un decisivo accordo con quelli di Spotify, per l'imminente integrazione del noto servizio di streaming musicale all'interno della gigantesca piattaforma in blu.

L'attesa dovrebbe durare due settimane al massimo, alla fine di una fase sperimentale che porterebbe all'implementazione di una specifica icona Spotify alla sinistra dei vari newsfeed sui profili in blu. Ovviamente, a godere della possibilità di ascoltare milioni di brani direttamente su Facebook sarebbero solo ed esclusivamente quegli utenti raggiunti dal servizio musicale europeo.

L'accordo con Facebook garantirebbe però a Spotify un facile sbarco in terra statunitense, potendo subito contare su milioni di potenziali utenti. Proprio questi ultimi potranno adottare i servizi offerti da Spotify per l'ascolto integrato in bacheca, che - almeno secondo le recenti indiscrezioni - dovrebbe permettere una cruciale sincronizzazione con le playlist scelte da tutti gli amici.
Una sorta di ascolto social, che potrebbe portare Spotify all'attenzione della vasta platea statunitense. Facebook, da par suo, abbraccerebbe volentieri il servizio di streaming musicale per trasformarsi in un vero e proprio hub multimediale. Non è tuttora chiaro se la vociferata integrazione verrà chiamata Facebook Music o Spotify on Facebook.

Un portavoce della stesso servizio svedese ha tuttavia parlato di una semplice collaborazione con il sito in blu. Nessun accordo sarebbe stato siglato, solo rapporti di stima reciproca tra Mark Zuckerberg e il CEO di Spotify Daniel Ek. Si attendono ulteriori sviluppi.

Azionista Microsoft chiede un cambio alla guida

Un potente azionista di Microsoft non è contento dei risultati finanziari e chiede che il capo dei capi si faccia da parte per far spazio al futuro.

Influenza economica – A quanto pare David Einhorn, manager di un importante fondo di investimento che è un grosso azionista di Microsoft, ha chiesto che Steve Ballmer si faccia da parte. Il motivo è che la più grande industria di software al mondo è immobile nel suo passato. Le azioni Microsoft, che sono statiche da un decennio, sono cresciute di 0.87 percento dopo i commenti.

Gigante del passato ? - Microsoft è un gigante del software ed è stata la compagnia USA più ricca del mercato nella seconda metà degli anni ‘90, ora superta da Apple e IBM. Adesso Microsoft non è più una forza dominante nel mercato della tecnologia, non essendo riuscita a capitalizzare la propria posizione dominante nel periodo successivo: durante il boom del web 2.0 e ora con la nascita di un mercato di mobile computing. Inoltre il recente acquisto di Skype non ha fatto buona impressione a molti investitori, compreso il fondo Green Capital in questione.

Spazio ai giovani - Stando alle dichiarazioni di Einhorn durante una recente conferenza: è venuto il momento per Ballmer di farsi da parte e dare una chance a qualcun altro. Ballmer è succeduto alla guida dell’azienda nel 2000, Microsoft usciva da un quinquennio di successo pilotata da Bill Gates.

Apple interessata agli schermi OLED di Samsung per iPad 3?

Nonostante la battaglia legale in corso Apple è interessata agli schermi con tecnologia AMOLED di Samsung, display efficienti e di nuova generazione che Cupertino progetta di integrare nel prossimo iPad 3 di cui si prevede il lancio entro la fine del 2011. E' questa in sintesi la nuova indiscrezione riportata dal The Korea Herald e poi ripresa da numerosi siti di tecnologia in occidente. L'interesse di Apple nei nuovi display di Samsung sarebbe poi ulteriormente confermato da una visita di Tim Cook in persona nella sede del colosso dell'elettronica coreano. Le voci che partono da Oriente sostengono che il Chief Operating Office e ora anche Chief executive officer in sostituzione di Jobs si sarebbe recato in Corea la settimana scorsa, proponendo a Samsung anche un anticipo in denaro per assicurare alla Mela una fornitura adeguata di schermi AMOLED.

Super AMOLED Non è la prima volta che le voci descrivono l'interesse di Apple nei display AMOLED, le prime risalgono addirittura a prima del lancio del primo iPad. La tecnologia AMOLED è senza dubbio interessante per l'integrazione nei dispositivi mobile per più di una ragione, in ogni caso qualche dettaglio dei rumor non torna. Secondo alcuni è impossibile che Apple e Samsung possano trovare un accordo così importante tenendo in considerazione la diatriba legale in corso. Altri osservatori invece sottolineano l'importanza strategica degli schermi AMOLED per Samsung, ora uno dei pochi tratti distintivi degli smarpthone Galaxy S, caratteristica che presto il colosso coreano integrerà nei suoi tablet Android. Infine il dettaglio che meno convince di tutti è la data attesa per la presentazione di iPad 3, indicata verso la fine di quest'anno. La seconda generazione del tablet Apple è stata lanciata a marzo in USA ed è il tablet che domina il mercato. Non sembra chiaro perché Cupertino dovrebbe attendere solamente 8 mesi per lanciare un nuovo iPad 3.

Ricordiamo che gli schermi AMOLED, sigla di Active Matrix Organic Light Emitting Diode consumano meno energia dei display LCD ora impiegati per la maggiore anche nei dispositivi mobile e tascabili, offrono colori più nitidi, nero profondo, una frequenza di aggiornamento superiore, schermi più luminosi e, nell'ultima implementazione di Samsung Super-AMOLED anche una visione migliore alla luce del sole.

mercoledì 25 maggio 2011

Facebook anche per gli under 13? Zuckerberg smentisce

Non è piaciuto a nessuno l’annuncio di Mark Zuckerberg che lotterà per eliminare il limite di età di 13 anni imposto per l’utilizzo di Facebook, perché convinto dei vantaggi educativi del social network da lui fondato. Dev'essere per questo che, dopo la divulgazione di questa sua intenzione su giornali e siti, il fondatore di FB ha scelto di precisare meglio il suo pensiero, durante l'eG-8 di Parigi: «Non è in cima alle nostre priorità. In futuro potrebbe aver senso esplorare questa possibilità, ma non stiamo lavorando su questo».
 
LA FRASE - «La mia filosofia è che per istruire i ragazzi bisogna cominciare quando questi sono ancora molto giovani – aveva detto il 27enne miliardario in occasione del summit sull’innovazione nelle scuole a Newark, in New Jersey – ma a causa del divieto non abbiamo ancora iniziato questo processo di apprendimento e solo eliminandolo potremmo vedere se funziona davvero».
 
LE REGOLA - Oggi Facebook, che conta oltre 600 milioni di utilizzatori in tutto il mondo, vieterebbe l’iscrizione agli under 13, ma in realtà tale regola viene spesso aggirata, come ha confermato una recente indagine inglese, nella quale è emerso che un bambino su cinque fra i 9 e 12 anni ha il suo profilo regolarmente registrato su Facebook mentre, allargando il discorso al resto del pianeta, sono risultati essere oltre 7 milioni gli under 13 che hanno la loro pagina sul sito. Non a caso, sono stati numerosi in passato gli episodi che hanno coinvolto dei minori, vittime di bullismo o di pedofili incontrati online, e che hanno sollevato dubbi sulla sicurezza del social network. E proprio i tasti del cyber-bullismo e della pedofilia online sono stati quelli toccati da Claude Knights, direttore della charity Kidscape, per rigettare la proposta di Zuckerberg che, comunque, non è nuovo ad uscite perlomeno discutibili, visto che poco tempo fa arrivò a sostenere che le preoccupazioni per la privacy online erano state gonfiate a dismisura.


 
CONTRARI - E la balzana idea del fondatore di Facebook di eliminare il divieto dell’età non è piaciuta nemmeno alla famiglia della 17enne Ashleigh Hall di Darlington, che venne uccisa da Peter Chapman, che aveva conosciuto proprio sul social network, dove questi si era spacciato per un ragazzino. «Vogliono che accada un’altra tragedia come la nostra prima di fare qualcosa? - ha tuonato il nonno della ragazzina, Mike Hall, sul londinese Daily Mail. – È veramente scandaloso. Se questa gente avesse passato quello che abbiamo passato noi, capirebbe cosa significa. Dicono di avere tutte le impostazioni di sicurezza, ma permettere agli under 13 di andare sul sito è una cosa assolutamente ridicola». La regola degli under 13 è stata imposta dal Children’s Online Privacy Protection Act (Coppa), diventato legge federale negli Usa nel 1998, anche se ora vi è in atto una revisione. «Mi sentirei davvero a disagio se venisse eliminato il divieto agli under 13 - ha spiegato al Daily Telegraph la conservatrice Claire Perry – e credo che sia molto, molto irresponsabile da parte di Facebook anche il solo suggerirlo».

Sette player per il nuovo Windows Phone

Microsoft annuncia la prossima major release del suo sistema operativo mobile. 500 nuove funzioni, Skype, il ruolo degli sviluppatori e a bordo nuovi produttori di dispositivi. Nokia inclusa, naturalmente. 

 Steve Ballmer

È quasi un mantra la ricorrenza del numero Sette negli ultimi annunci di Microsoft.
Così, sette mesi dopo il lancio ufficiale di Windows Phone 7, la società torna alla carica presentando ufficialmente la nuova release del sistema operativo, per il momento denominata con il nome in codice Mango.

”Una major release” la definisce l’amministratore delegato di Microsoft Italia Pietro Scott Jovane che fa il punto dei primi sette mesi di vita della versione attuale: ”Dieci dispositivi in commercio in trenta Paesi, attraverso una sessantina di operatori. Le applicazioni per il momento sono 17.000”, un numero che Scott Jovane non prova a paragonare con quelle del non nominato iPhone o di Android, ma che considera soddisfacenti ”considerando che siamo partiti da zero”.
Perché quel 17.000 possa crescere e possa farlo in modo significativo sono importanti però le relazioni con gli sviluppatori: finora gli Sdk scaricati hanno superato quota 1,5 milioni.

Queste sono dunque le cifre di partenza necessarie per iniziare a parlare del nuovo Windows Phone.
Che uscirà in autunno.
Settembre o dicembre non è dato di saperlo.
Ciò che invece si sa è che la nuova release, oltre a essere installata sui dispositivi di nuova generazione, verrà resa disponibile a titolo gratuito a tutti gli attuali possessori di smartphone con sistema operativo Windows Phone 7.
Altrettanto si sa che sarà proprio con questa versione che l’accordo siglato con Nokia entrerà nella fase operativa vera e propria, così come si sa che le novità introdotte supereranno quota 500.

”Comunicazioni, Internet e applicazioni sono i tre assi sui quali si è concentrato lo sviluppo”, precisa Scott Jovane.
Ecco allora la possibilità di gestire i thread passando tra testo, chat Facebook e Windows Live all'interno della stessa conversazione; ecco la possibilità di raggruppare i propri contatti in gruppi; ecco la maggiore integrazione con i social netto; ecco la gestione in un’unica cartella Posta in Arrivo di più account di posta elettronica.

Similmente a quanto accadde a suo tempo con iPhone, anche per Microsoft il multitasking arriva con la seconda release: Mango consentirà di passare rapidamente da un'applicazione all'altra e consentirne l'esecuzione in background, mentre per quanto riguarda il browsing, Microsoft gioca la carta Explorer 9, supporto HTLM5 incluso.

Non mancano poi le connessioni a Office e l’accesso a SkyDrive, così come l’integrazione con Skype avverrà attraverso una applicazione dedicata.

Al momento del rilascio, sette saranno i player impegnati sulla piattaforma: Htc, Lg Acer, Samsung, Nokia, Fujitsu, Zte.
Ma se è vero che sulla carta tutti godranno delle medesime opportunità, è altrettanto vero che l’accordo di collaborazione con Nokia troverà una sua area di elezione nel segmento del mapping. L’esclusività dell’intesa, dunque, si giocherà proprio sulle mappe e sui servizi di geotagging o georeferenziazione ad esse associate.

Sebbene la presentazione della nuova release sia stata fatta con un taglio decisamente consumer, Pietro Scott Jovane conferma l’interesse di Microsoft a entrare a pieno titolo anche sul fronte business.
”Il primo step - spiega - è legato alla possibilità di accedere e condividere documenti. In prospettiva, il ruolo chiave spetterà agli sviluppatori, interessati a dar vita a soluzioni indirizzate in modo specifico al mondo delle imprese”.

martedì 24 maggio 2011

Facebook entrerà in borsa e intanto modifica le foto

L'entrata di LinkedIn in Borsa ha portato ad una sorta di preoccupante bolla interna. 

Facebook entrerà in borsa e intanto modifica le foto Le azioni del social network del lavoro sono schizzate in alto e gli azionisti hanno cominciato a comprare ad un prezzo superiore alle aspettative. Sembra che anche Facebook potrebbe entrare prestissimo in Borsa ed anzi sia inevitabile: almeno a quanto ha dichiarato Sheryl Sandberg, direttore operativo di Facebook.
L'IPO, l'offerta di pubblico acquisto sarebbe doverosa per Facebook che è necessaria per una grande azienda come il social network di Zuckerberg che ha bisogno di monetizzare e fare soldi diventando una public company. Facebook non verrà acquistato da nessuno se non da azionisti.
Nell'ottica di una espansione Mark Zuckerberg sta pensando di attirare nuovi utenti come i bambini su Facebook: l'idea è quella di non vietare l'accesso ai minori di 13 anni. In realtà questa limitazione serve per evitare beghe legali ma a quanto pare i bambini iscritti ci sarebbero comunque e quindi Zuckerbeg sta pensando di ragionare con le autorità per fare qualcosa e aprire l'accesso anche ai più piccoli. Ne farebbe le spese Togetherville, social network di Disney.
In questa ottica va vista anche l'accordo fattotra Microsoft e Facebookper combattere e contrastare la pedofilia mediante l'integrazione di un software di riconoscimento immagini come PhotoDNA che consente di risalire all'identità di un bambino. Pornografia infantile, maltrattementi su minori e rapimenti i reati da combattere.
Intanto la rete blu cerca di venire incontro agli utenti: Facebook sta per modificare la visualizzazione delle foto e cambiare il Photo Viewer il cui aggiornamento di 6 mesi fa è stato visto come sgradito a molti utenti ai quale non piace la modalità popup. Cambierà il colore, da nero a bianco, e la dimensione della popup, più piccola.

Anche IBM vale più di Microsoft, dopo Apple

Il valore di IBM ha superato quello di Microsoft, per la prima volta dal 1996. Un duro colpo per l'azienda di Redmond, mentre il concorrente ha oggi una ragione per festeggiare. La differenza è ridottissima - 203,8 miliardi di dollari contro 203,7 - ma sufficiente per alcune riflessioni. 
La notizia, riportata dall'agenzia Reuters, conferma il momento di relativa stagnazione di Microsoft, che alcune settimane fa aveva visto anche Apple compiere lo stesso sorpasso (vale oggi 309,2 miliardi di dollari). Secondo Bill Rigby, che firma l'articolo di Reuters, il problema di Microsoft starebbe nella sua incapacità di convincere gli investitori riguardo il proprio futuro come azienda dominante nel settore tecnologico.


IBM ha supearato dopo 15 anni Microsoft per valore di mercato


"Se una persona avesse investito 100.000 dollari in azioni 10 anni fa, oggi avrebbe un valore pari a 143.000 dollari con IBM, e circa 69.000 dollari con Microsoft". Con il produttore di Windows, quindi, fino ad ora si è andati in perdita, e si ritiene che per l'immediato futuro le prospettive non siano migliori.
Microsoft resta sempre sul podio, dopo Apple e IBM, ma la discesa è rapida e preoccupante. Paradossale poi che a superarla siano proprio due aziende che negli anni '80 sembravano destinate a soccombere sotto i colpi di Bill Gates.
La situazione è ancora più curiosa se la si guarda in prospettiva. IBM all'inizio fallì nel vedere le potenzialità del software, e così lascio tutto il campo Microsoft, che con il DOS costruì le fondamenta del proprio impero. Apple non fu capace di rispondere alle esigenze del nascente mercato dei PC, con prodotti troppo cari e incapaci di soddisfare le richieste dell'epoca.
Oggi i due concorrenti sono invece il simbolo per eccellenza dell'innovazione tecnologica, tanto che stanno rivoluzionando sia il settore dei prodotti personali, o consumer, tanto quello aziendale. Microsoft, invece, sembra un mastodonte che fatica a tenere il passo.
Non che manchino prodotti di successo, come l'Xbox 360 o Kinect; ma l'azienda di Redmond è semplicemente l'ultima ruota del carro nei settori considerati il punto di riferimento per il futuro , vale a dire smartphone e tablet multimediali. Lo stesso vale tutte le attività legate a Internet,  busiiness in cui tutte le divisioni MS sono in perdita, e sembrano incapaci di recuperare terreno rispetto a Google. 


Bill Gates e Steve Jobs


Apple si è appropriata del mercato consumer, e gode dell'apprezzamento da parte dei consumatori. Questi ultimi, a loro volta, hanno dato vita al noto fenomeno della consumerizzazione, che sta aprendo una breccia nel mondo aziendale per i moderni prodotti Apple. Google ha monopolizzato il mercato pubblicitario online, dove Microsoft sta cercando uno spazio con Bing e Facebook. IBM è diventata invece un grande punto di riferimento per la ricerca e l'innovazione tecnologica, oltre che nelle forniture industriali di alto livello.
Ancora più preoccupante è forse il fatto che alcuni cominciano a dubitare della solidità di MS persino nel settore aziendale, tradizionale roccaforte di Windows e Office. Lo spazio per Microsoft si fa quindi sempre più piccolo.  
A ragione, quindi, Steve Ballmer ha dichiarato mesi fa che "Windows 8 sarà il prodotto più rischioso di sempre". Atteso per il 2012, questo sistema operativo potrà essere il colpo di reni definitivo per l'azienda: potrà rinnovarne il successo, e riportarla in cima a tutte le classifiche, o decretarne un irrecuperabile crollo.

Apple, una religione per i fan

Apple, una religione per i fan
Quando il neo-eletto CEO di Nike si rivolse all’amico Steve Jobs per ricevere consigli sulle modalità di condotta della multinazionale, il numero uno Apple rispose semplicemente suggerendo di concentrare i propri sforzi sui prodotti di qualità, strada da sempre percorsa dal colosso di Cupertino.
Ma è davvero questa l’unica chiave del successo di Apple? Secondo il parere di alcuni neuroscienziati britannici no: alla base del feedback positivo che i fan della mela morsicata riservano a ogni nuovo Mac, iPhone, iPod e iPad in commercio, ci sarebbero meccanismi molto più complessi, da interpretare con una chiave di lettura quasi mistica.
Il programma Secrets of the Superbrands, trasmesso dall’emittente BBC, ha di recente dedicato un documentario ad Apple, cercando di sviscerare e analizzare in modo scientifico le ragioni che hanno portato il marchio a diventare tanto popolare nella quotidianità degli utenti. Il conduttore Alex Riley ha iniziato mostrando le immagini dell’inaugurazione di un Apple Store londinese, con i fan in coda fin dal giorno precedente pur di essere i primi a varcare la soglia del punto vendita. Per capire cosa li abbia spinti a tanto, Riley ha deciso di dare uno sguardo alle reazioni suscitate dal brand, sottoponendo uno di loro a un esame MRI (imaging a risonanza magnetica), solitamente impiegato in ambito medico.
A fare da cavia all’esperimento è stato Alex Brooks, editore di World of Apple, che ha dichiarato di essere concentrato su tutto ciò che riguarda il mondo dell’azienda californiana 24 ore su 24. Una volta all’interno del macchinario, a Brooks è stato chiesto di pensare ad alcuni prodotti di Cupertino e ad altri realizzati da aziende concorrenti. Un team di neuroscienziati ha nel frattempo studiato le sue reazioni cerebrali, giungendo alla conclusione che le aree del cervello attivate da Brooks al pensiero dei device Apple sono le stesse solitamente stimolate nelle persone da eventi o attività legate alla religione.
Il documentario prosegue poi con le parole del Vescovo di Buckingham, che da uomo di fede al passo con i tempi dichiara di leggere la Bibbia sullo schermo dell’iPad. Secondo il suo parere, la conclusione a cui sono giunti gli studiosi non deve stupire in modo eccessivo, in quanto anche gli Apple Store presentano dal punto di vista architetturale numerose analogie con i luoghi di culto: dalla composizione dei pavimenti alle strutture ad arco, fino ai piccoli altari su cui vengono disposti i prodotti.
Che la mela morsicata di Apple abbia assunto nel corso dei decenni una valenza quasi religiosa, e Steve Jobs un carisma tale da essere definito un Messia dell’era tecnologica, è una conclusione a cui sono autorizzati a giungere solamente i neuroscienziati interpellati dalla BBC. Ciò che risulta innegabile è però il successo ottenuto dai suoi prodotti, ai quali la concorrenza spesso si trova a guardare come riferimento nel tentativo di rosicchiare quote di mercato.

lunedì 23 maggio 2011

WP7: Microsoft spiana la strada a “Mango”

Domani sarà il giorno dell’anteprima: Microsoft svelerà in tutto il mondo i primi dettagli relativi alla prossima versione dei Windows Phone, illustrando le novità previste tanto a livello software quanto in termini di offerta hardware. Gli inviti sono già stati inviati:

Evento Windows Phone
Evento Windows Phone

In queste ore Steve Ballmer ha però già svelato alcune anticipazioni parlando in Giappone dell’evento di domani e l’effetto mediatico è riuscito: attese, secondo quanto svelato dal CEO di Redmond, 500 nuove features ed una serie di nuovi device ad accompagnare quelli già disponibili durante la prima ondata di presentazione del sistema operativo.
L’evento previsto andrà ad introdurre le prime novità relative all’aggiornamento “Mango” con cui i Windows Phone vanno ad arricchirsi preparando la strada ad una fine dell’anno di maggior rilievo rispetto a quanto conseguito fino ad oggi dal neonato sistema operativo mobile di Redmond. Microsoft ripone molte speranze nell’update in arrivo poiché trattasi di una release colma di responsabilità: sarà con Mango che Nokia preparerà il proprio passo ufficiale sui Windows Phone e sarà con Mango che Microsoft dovrà abbattere lo scetticismo e far sperimentare ad un’utenza sempre più ampia quel che i propri device sono in grado di proporre.
Durante l’evento si prevede Microsoft intenda svelare parte delle 500 nuove features che l’aggiornamento introdurrà in Windows Phone 7 e ci si attende inoltre una prima indicazione circa i nuovi device ed i nuovi produttori che saliranno sul carro WP7. Oltre alle anticipazioni di Ballmer, però, non trapelano altro che rumor ormai ripetutisi nei mesi nell’attesa di un aggiornamento che a questo punto potrebbe essere disponibile entro la fine della stagione estiva.
“Mango” dovrebbe trasformare Windows Phone 7 in Windows Phone 7.5. Ma trattasi di qualcosa di più di una semplice versione intermedia: l’aggiornamento andrà probabilmente a moltiplicare le virtù del sistema, tentando di portarlo per la prima volta ad un piano realmente competitivo con la concorrenza.

Apple risponde sul grave incidente nella fabbrica Foxconn

Dopo l'incidente nello stabilimento cinese di Chengdu, Apple e Foxconn (la prima perché lì si realizzano i suoi iPad, la seconda come proprietaria dell'edificio) hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali circa l'esplosione che ha ucciso tre persone e ne ha ferite altre quindici (le dichiarazioni sono arrivate prima delle ultime news).
La società di Cupertino ha dichiarato: "Siamo profondamente addolorati per la tragedia nello stabilimento di Foxconn a Chengdu, e i nostri cuori vanno alle vittime e alle loro famiglie. Stiamo lavorando a stretto contatto con Foxconn per capire cosa abbia causato questo terribile evento ".
Il grande produttore cinese invece ha dichiarato: "Possiamo confermare che circa alle 7:00 del 20 Maggio, c'è stata un'esplosione presso il nostro campus a Chengdu. A questo punto, possiamo anche confermare che ci sono stati due morti, con altri 16 feriti tra i dipendenti. Stiamo lavorando con i funzionari medici per fornire un trattamento per i lavoratori feriti e stiamo collaborando con i funzionari preposti all'applicazione della legge del governo e per contattare le famiglie di tutti i dipendenti colpiti da questa tragedia".
Sempre su questa vicenda, Foxconn ha anche detto "La produzione è stata sospesa sul luogo dell'esplosione fino al completamento delle indagini. La sicurezza dei nostri dipendenti è la nostra priorità e faremo tutto ciò che è necessario per determinare ed affrontare la causa di questo tragico incidente ".
C'è anche chi si è sbilanciato per cercare di capire come questo incidente possa influire sulla produzione di iPad 2, e sembra che non ci sia ancora chiarezza su questo punto. Infatti alcune fonti sostengono che il nuovo tablet venga realizzato da Foxconn a Shenzhen, mentre altri a parlano di entrambi gli stabilimenti (comprendendo anche Chengdu).
Se iPad 2 venisse effettivamente realizzato in quello stabilimento (o anche in quello stabilimento) si potrebbe avere una diminuzione della produzione pari al 22% o 36% (ossia 1,8 e 2,8 milioni di unità)  mentre se le voci su Shenzhen fossero confermate, l'ammanco si fermerebbe a 1,3 milioni di iPad.

domenica 22 maggio 2011

Microsoft presenterà 9 nuovi smartphone Windows Phone 7 il 24 maggio ?

Microsoft potrebbe alzare il sipario su 9 nuovi modelli di smartphone Windows Phone 7 in occasione dell'evento che terrà il prossimo 24 maggio e che sarà dedicato proprio alla sua piattaforma mobile.

windows phone 7

Per il momento quanto stiamo per riportare di seguito deve essere considerato un semplice rumor in attesa di conferma. Stando a recenti indiscrezioni, l'evento che avrà luogo tra due giorni prevederà oltre all'introduzione ufficiale di Window Phone 7 "Mango", del quale verrrà distribuito, verosimilmente, anche l'emulatore, la presentazione di 9 nuovi smartphone che utilizzeranno l'ultima release del sistema operativo.
Più nello specifico il set di nuovi dispositivi sarà composto da: 2 modelli di HTC, 2 di Acer, 1 di Dell e ben 4 di Samsung (uno dei quali si dice essere molto simile al Samsung Galaxy S II). La notizia, per quanto non confermata sembra essere verosimile tenunto conto che anche durante la presentazione ufficiale della prima release di Windows Phone 7 Microsoft aveva presentato contestualmente anche l'intera line-up dei primi Windows Phone 7.
La presentazione dei nuovi modelli ovviamente non coincide con l'effettiva immissione nel mercato che potrebbe avvenire entro la fine dell'anno in concomitanza con il rilascio di Windows Phone 7 "Mango". Un rinnovamenteo dell'attuale line-up di smartphone Windows Phone 7 appare opportuna per rilanciare sia la piattaforma che le vendite dei terminali Windows Phone 7.
Non ci resta che attendere ancora un paio di giorni per scoprire se il rumor appena riportato corrisponde a verità.

L’iPad rivoluziona gli Apple Store

A 10 anni dall’apertura del primo Apple Store della storia, il gruppo di Cupertino ha voluto rivedere il modo in cui i propri negozi comunicano con gli utenti, illustrano le caratteristiche dei prodotti e tengono i contatti con i visitatori. La novità principale è l’iPad, vero e proprio cuore pulsante delle nuove procedure di comunicazione tra i grandi tavoli dei punti vendita.

L’iPad va a sostituire tutte le informazioni cartacee fin qui utilizzate tra i banchi per illustrare le caratteristiche principali di iPhone, iPod, MacBook ed ogni altro device con la mela. Ogni prodotto è dunque affiancato da un tablet la cui funzione è ovviamente duplice: una utilitaristica, per consentire all’utenza di esplorare da sé il prodotto desiderato, ed una strumentale, per mettere il tablet sotto le dita del visitatore per una auto-promozione automatica.
Sui vari iPad sono installate apposite applicazioni al servizio della vendita: a colpi di “tap” è possibile visualizzare al meglio tutte le caratteristiche del prodotto e, in caso di necessità, è possibile contattare un addetto del punto vendita. La richiesta può essere effettuata direttamente dall’iPad, senza dover andare a cercare con l’occhio qualche responsabile. Così facendo Apple consente all’utente di non distrarsi dal proprio desiderio di acquisto e di non interrompere il feeling creatosi con l’oggetto.
Dieci anni dopo l’inizio di un grande successo, Apple tenta di rilanciare il ruolo dei propri store sul territorio mettendo la comunicazione al centro di tutto e responsabilizzando l’iPad in funzione di strumento diretto di vendita. L’esperienza può mutare radicalmente: l’informazione è più completa e l’avvicinamento all’acquisto è pilotato da immagini, colori ed interazione. La conversione, grazie all’iPad, potrebbe essere molto più alta ed il tutto potrebbe fungere da interessante consiglio di marketing anche per altri store in altri ambiti.

venerdì 20 maggio 2011

Il tag alla conquista del mondo intanto Facebook lo brevetta

"NON MI taggare che sono venuto male", "Se mi tagghi non vale" e ancora "Ti vorrei taggare", per indicare un certo gradimento dell'altro, o "Mi ha taggato la polizia", ovvero ho ricevuto una multa. Voce del verbo - non ancora riconosciuto dal dizionario italiano - taggare che, assolutamente in voga nel linguaggio di giovani e meno giovani iscritti a Facebook, ora diventa pure un brevetto riconosciuto dall'US Patent and Trademark Office. Se è vero che ai tempi del social network lasciarsi è pure un po' staggarsi  -  a molti è toccato almeno una volta togliere il tag dalla foto con l'ex fidanzata o con l'amica non più troppo cara - è vero anche che il riconoscimento dell'Uspto ufficializza un sistema diventato più di una moda. Con circa 100 milioni di immagini caricate  -  e taggate - ogni giorno su Facebook è questo uno degli ingredienti del successo del maggiore social network del web oltre che secondo sito più visitato subito dopo Google. 

In un mondo in cui le immagini taggate possono rompere un'amicizia, popolata da utenti dai nomi come "il taggatore nero", il "taggatore anonimo" e il "taggatore mascherato", e dove prolificano gruppi come "taggare ke passione",
"odio essere taggato", "cotto e taggato" e l'apprezzatissimo di origine romana "m'ha taggato a polizia", fa quasi tenerezza ricordare un pioniere della moda del tagging che già nel 2009 tesseva le lodi del popolare sistema di identificazione con la canzone "Lasciarsi su Facebook". Intonata dal neomelodico Manuele d'Amore  -  personaggio inventato dai creativi di The Jackall - la hit cresceva su un mitico ritornello: "Non mi puoi taggare il cuore, non mi puoi chiamare amore, ad amarsi su Facebook".

Tagging, così come viene descritto nella scheda del brevetto numero 7,945,653 registrato il 17 maggio 2011, è un sistema per contrassegnare contenuti digitali. Il metodo, che prevede la selezione di un media digitale e di una regione del media, può includere l'associazione di una persona o di un'entità all'interno della regione selezionata e l'invio di una notifica alla persona o all'entità citata nel tag. Più difficile da spiegare che da fare per la maggior parte degli utenti di Facebook che da ora in poi utilizzeranno un sistema inventato da Marck Zuckerberg, Aaroon Sitting e Scott Marlette ogni volta che, cliccando su un'immagine, su un video, su un file musicale o su un testo, assoceranno a quel contenuto un nome. 

Ci sono voluti circa cinque anni, dal momento del deposito della richiesta di brevetto per il tagging, per far ottenere a mister Facebook, al product architect Sitting e all'ex ingegnere Marlette la paternità del sistema che prevede come ulteriore funzione associata alla notifica anche l'invio di contenuti pubblicitari. È inoltre di pochi giorni fa l'introduzione del tag anche per marchi, prodotti e personaggi famosi, così a chi vorrà identificare quella popolare bevanda immortalata nella foto della festa basterà collegare l'immagine alla fan page della bibita con il tagging.

Oltre all'aspetto economico dell'ultima vittoria di Zuckerberg e compagnia  -  solo alcune settimane fa sempre a Facebook veniva riconosciuta la paternità del sistema di regali virtuali  -  il brevetto garantisce un discreto controllo sulle altre piattaforme sociali che da ora in poi dovranno guardarsi bene dall'introdurre sistemi che possono anche solo ricordare il tagging. Che d'ora innanzi è made in Facebook.

Bill Gates commenta le recenti azioni di Microsoft

Bill Gates, parlando ai microfoni BBC, ha detto di definirsi come principale proponente dell'affare tra Skype e Microsoft, vedendolo come: «Un grande grande affare per Skype, un grande affare per Microsoft». Aggiungendo poi: «Sono stato uno strenuo sostenitore, a livello manageriale, della proposta di acquisizione».
Quanto al ruolo di Microsoft nel campo della telefonia e dei tablet, Gates ha affermato: «Non direi che siamo rimasti indietro. Direi, piuttosto, che ci sono aziende che fanno davvero un ottimo lavoro in quel campo».
Vi lascio con un video riassuntivo dell'intervista.


Apple e Sony, accordi per la musica in salsa cloud

Non c’è due senza tre. Dopo Warner ed EMI, è arrivato il turno di Sony: il colosso giapponese, secondo quanto riportato da Bloomberg, avrebbe infatti siglato un accordo con Apple per l’utilizzo dei brani musicali appartenenti alla propria etichetta musicale all’interno del servizio di cloud storage che il gruppo di Cupertino ha intenzione di lanciare a breve.  
 
Lancio che è atteso per il prossimo 6 giugno sul palcoscenico del Moscone di San Francisco, ove avrà luogo l’edizione 2011 del WWDC, la conferenza dedicata agli sviluppatori indetta ogni anno dalla Mela. Battezzato con molta probabilità iCloud, il servizio permetterà di archiviare i brani musicali acquistati in Rete direttamente sui server Apple, probabilmente nel nuovo data center costruito nel North Carolina, la cui capacità di archiviazione ammonta a circa 12 Petabyte. Ciascun brano sarà poi riproducibile in streaming tramite apposite applicazioni che Apple fornirà ai propri utenti.
L’accordo con Sony mette dunque nelle mani di Apple un importante patrimonio da sfruttare al meglio per rendere il proprio digital locker sufficientemente competitivo: il gruppo di Cupertino si trova infatti a dover rincorrere Google ed Amazon, che hanno già lanciato un servizio analogo durante le scorse settimane. Rincorsa che parte dunque dalla cura di ogni particolare, creando dapprima una solida base sulla quale costruire l’intero strumento di streaming musicale.
In tal senso si segnala un ulteriore accordo che il gruppo della Mela sembra esser prossimo a stringere: questa volta è Universal Music Group a strizzare l’occhio a Jobs e soci, ovvero il nome più importante dell’intera industria discografica. Le quattro maggiori etichette musicali avrebbero dunque dato l’ok al gruppo, come invece non accaduto con i servizi forniti da Google ed Amazon: proprio tale fattore potrebbe essere determinante nello sviluppo di una gara che ha da poco tagliato il nastro di partenza ma vede i suoi partecipanti fortemente agguerriti per conquistare la più ampia fetta possibile di mercato.

martedì 17 maggio 2011

Facebook vs Google per vendere i profili degli utenti agli inserzionisti

Il social network ha pagato una società di comunicazione per "parlare male" dell'avversario. Il nodo del contendere è sempre lo stesso: le sistematiche violazioni della privacy degli internauti da utilizzare per pubblicità mirate


Diciamo che non si piacciono. Google e Facebook, i due titani telematici che vantano milioni di utenti per i servizi di posta elettronica, ricerca e social media, stanno arrivando ai ferri corti. Magari non sotto i riflettori, certamente dietro le quinte.

La settimana scorsa si è scoperto che Facebook aveva pagato una società di pubbliche relazioni per far “parlare male” dell’avversario. Nella casella di posta elettronica dei guru di nuove tecnologie era arrivata un’email che chiedeva di scrivere un editoriale su “alcuni sviluppi riguardo la privacy nei servizi offerti da Google”. La missiva assicurava aiuto nel preparare e nel piazzare l’articolo, che sarebbe stato pubblicato su una testata di rilievo: magari il Washington Post o l’Huffington Post.

Tra i destinatari dell’email c’era Chris Soghoian, uno dei maggiori luminari di Internet, nuove tecnologie e rischi per la sicurezza, che ha chiesto ai mittenti: “Chi vi paga?”, non ottenendo risposta chiara. Dopo qualche ricerca, la testata telematica The Daily Best ha scoperto che era stato Facebook a chiedere allo studio di pubbliche relazioni Burson-Marsteller di mettere in cattiva luce Google. Soghoian ha difeso per anni, sui media e sul suo blog, la privacy degli internauti. Ha già scritto di privacy, sicurezza e Google, e proprio per questo l’email lo ha insospettito. Grande esperto informatico, è salito agli onori delle cronache per aver dimostrato una falla nei sistemi di sicurezza aerea americani, creando un programma che sfornava carte d’imbarco con qualunque nome e destinazione per gli aerei della Northwest Airlines.

Altra impresa del giovane guru, sempre a difesa di privacy e sicurezza, è la battaglia per chiedere proprio a Google di usare una particolare protezione, chiamata SSL, al fine di proteggere le caselle di posta elettronica da occhi indiscreti. Nel maggio 2010 gli esperti di Gmail acconsentirono. E qualche settimana dopo, strana coincidenza, l’Iran bloccò gli account Google, proponendo un servizio email nazionale che, secondo molti, sarebbe servito a controllare la corrispondenza di chi si oppone al regime.

Ma torniamo alla diatriba con Facebook. Quello che gli uomini di Mark Zuckerberg non hanno digerito è che Google sta mappando le connessioni dei suoi utenti, elencando liste di amicizie e social media utilizzati da ogni singolo utente Gmail. L’obiettivo è lo stesso di Facebook: raccogliere informazioni personali e abitudini sugli internauti e venderle agli inserzionisti, di modo che possano essere usate per pubblicità mirate. Si potrebbe così creare una mappatura globale di social network, fagocitando annche la creatura di Zuckenberg. Fedeltà degli utenti e investimenti degli inserzionisti sono la vera posta in palio in questa lotta tra titani.

E se Microsoft comprasse davvero Nokia?

Secondo i rumor più recenti la prossima settimana Microsoft e Nokia potrebbero incontrarsi per decidere della possibile acquisizione delle attività nella telefonia mobile da parte di Microsoft. Ma l'operazione ha un senso?



Per molti osservatori la questione non si porrebbe in termini di "se", piuttosto in termini di "quando".
Così, la notizia che la prossima settimana Microsoft e Nokia potrebbero incontrarsi per discutere i termini dell'acquisizione delle attività nella telefonia mobile di Nokia campaste di Microsoft, forse il solo stupore è per i tempi.
Decisamente brevi, se si considera che solo la scorsa settimana a Redmond hanno deciso quella che finora sembra essere la più importante acquisizione della storia societaria: quella di Skype.

In realtà, per il momento, si tratta di un rumor, sollevato dal blogger russo Eldar Murtazin, accreditato per essere piuttosto addentro nelle faccende di casa Nokia, tanto da aver anticipato, quando ancora nessuno lo avrebbe immaginato, la deviazione del colosso finlandese dalla sua strategia Symbian, così come il successivo abbandono del brand Ovi, annunciato di fatto solo ieri.
Secondo Murtazin i colloqui che dovrebbero preludere all'accordo definitivo dovrebbero iniziare la prossima settimana, con l'obiettivo di concludere l'intera operazione entro la fine dell'anno.
Nient'altro è per ora trapelato, ma questo poco è sufficiente per scatenare la ridda di illazioni.
Soprattutto per cercare la risposta alla domanda chiave: l'operazione ha un senso?
Per Nokia si tratterà di stabilire quanto congruo sarà l'assegno che Microsoft sarà disposta a pagare.
Per Microsoft, come già detto in occasione dell'operazione con Skype, si tratta di mettere mano a quel capitale disponibile proprio per operazioni di m&a. 8,5 miliardi di dollari son già destinati a Skype. Sul restante del fondo, resta una sola considerazione: Microsoft era disposta a pagare 44 miliardi per Yahoo!. L'intera Nokia, inclusi quindi i business che resterebbero esclusi dall'accordo, ne vale 32.
Si può fare.
Soprattutto perché per Microsoft un'alleanza forte con un produttore di dispositivi è forse la sola strada per cui l'intero business nel mobile raggiunga gli economics indispensabili per farne un business ragionevole.

Pronti a festeggiare i 10 anni di Apple Store

Fervono i preparativi per un mega evento in casa Apple anche se di certo non c'è ancora nulla. In queste occasioni l'azienda di Cupertino è abilissima a creare un'altissima aspettativa che il più delle volte di traduce con qualcosa di veramente incredibile.

Quest'anno infatti si festeggia il 10° anniversario dall'apertura del primo Apple Store negli Stati Uniti. Era maggio 2001 quanto lo stesso Steve Jobs inaugurava al secondo piano del Centro Commerciale Tysons Center a McLean in Virginia il primo punto vendita e nello stesso giorno vedeva la luce anche il secondo nella Glendale Galleria a Glendale in California.
Un evento che secondo le indiscrezioni che viaggiano sul web fanno preannunciare qualcosa di veramente speciale proprio per questa settimana a partire da giovedì 19 maggio. A supporto di questa tesi una fonte sicura dentro Apple fa sapere che gli impiegati di ogni punto vendita sono indaffaratissimi per prepararsi al grande momento.
Sono stati pianificati dei turni notturni per sabato notte per i dipendenti degli Apple Store durante i quali dovranno tenere i telefoni spenti e chiusi all'interno dell'ufficio e firmare un accordo di non divulgazione per evitare che possa trapelare qualsiasi cosa prima del giorno prestabilito.
Questo è quanto ha riportato Boy Genius Report, sito specializzato nel fornire informazioni e commentare notizie sul mondo delle comunicazioni e dei cellulari, che parla di una vero e proprio evento che gli stessi dipendenti e responsabili degli Apple Store ancora non conoscono completamente. Le informazioni gli vengono fornite man mano che il grande evento si avvicina. Pare sia sicuro che a breve le vetrine dei negozi di tutto il mondo verranno coperte da drappi di tende nere per tutelare il gran segreto.
Non è quindi escluso che anche il cubo di vetro sulla Fifth Avenue a New York già da giovedì notte si tinga di nero per meglio celare tutti i segreti pensati in casa Apple per i grandi festeggiamenti.
Ma cosa avranno in mente per questo weekend? Se quello riportato da Boy Genius Report fosse vero possiamo solo speculare su quello che ci aspetta. Forse un nuovo prodotto. L'uscita dell'iPhone 5, di cui si parla da mesi, non può essere. Si parlava di fine 2011 ma anche quella è una voce da confermare. Forse qualcosa di completamente diverso che nessuno si immagina. Chi lo sa. Non ci resta che attedere ancora qualche giorno per scoprirlo.
Appuntamento quindi davanti agli Apple Store di tutto il mondo. Qui a New York già ci si prepara, non si sa a cosa, ma siamo pronti.

lunedì 16 maggio 2011

Ecco perché i Chromebook falliranno. Fronte business e fronte consumer

Sostituire Windows non dovrebbe essere difficile: tutti lo odiano, non è vero? Ma l’approccio di Google e dei ‘suoi’ notebook non sembra il migliore né per le aziende né per i singoli utenti


Sostituire Windows non dovrebbe essere difficile. Tutti lo odiano, non è vero? Partendo da questo presupposto Google ha annunciato la scorsa settimana i nuovi Chromebook, dei computer portatili che saranno disponibili in Italia, Spagna, Olanda, Germania, Francia, Regno Unito e Stati Uniti a partire dal prossimo 15 giugno.
I Chromebook utilizzano il nuovo sistema operativo di Google del progetto open source Chromium che prende il nome di Chrome OS. I primo modelli, realizzati da Samsung e Acer, costeranno da 399 euro in su (al momento è stato comunicato solamente il prezzo dei modelli di Samsung) con la sola connettività Wi-Fi, qualcosa in più con modulo 3G integrato per essere connessi alla rete anche fuori casa.
La formula più interessante riguarda il noleggio. Studenti e aziende potranno noleggiarli per 15 o 21 euro mensili, avendo inoltre diritto alla sostituzione dell’hardware con un modello più recente quando questo sarà disponibile.
Esattamente come Chrome, che è il browser web di Google, Chrome OS integra il Flash player, un visualizzatore di documenti PDF, aggiornamenti automatici e altre catteristiche.
Google indica che i Chromebook offrono diversi vantaggi rispetto agli altri computer, a partire dallo storage basato su SSD, un file manager limitato, l’utilizzo offline delle web application, un tempo di avvio rapidissimo e oltre 8,5 ore di autonomia con una singola carica della batteria. Nessun dato andrà perso se il computer si dovesse rompere, dovesse essere smarrito o rubato.
Sergey Brin, co-fondatore di Google, ha dato un’analisi molto personale sul suo prodotto: “Con Microsoft, e gli altri produttori di sistemi operativi, penso che la complessità di gestire il proprio sistema operativo sia una tortura per gli utenti. È una tortura per chiunque in questa sala. È un modello fondamentalmente errato”.
Non dovrebbe essere quindi troppo difficile per i Chromebook competere con questa “tortura”.
È vero che lavorare con Windows può essere penoso e non necessariamente un modello perfetto. Ma c’è un grosso problema che si scontra con la dichiarazione di Brin: il suo spot avrebbe ragione di esistere in un mondo in cui non esistesse distinzione tra uso personale e aziendale di un computer.
Quando si pensa a fondo alle implicazioni di questi due mercati separatamente, si può osservare come i Chromebook non siano migliori per nessuno dei due.

La nuova creatura di Apple sarà l'iPhone 4S e non l'iPhone 5

Sarà un aggiornamento del modello attuale, con migliore macchina fotografica e processore dual core usato nell'iPad2 

 

La nuova creatura di Apple sarà l'iPhone 4S e non l'iPhone 5

Il nuovo smartphone della Apple non sarà l'attesissimo iPhone 5, ma l'iPhone 4S, almeno secondo i siti di tecnologia. Si tratterà di un aggiornamento del modello in vendita attualmente più che un radicale cambiamento, e sarà utilizzabile sulle reti di più gestori di telefonia mobile rispetto agli attuali.

Una delle fonti più citate dai media di settore è il rapporto di un analista di "Jefferies&Co", secondo il quale "il nuovo prodotto si chiamerà iPhone 4S, sarà caratterizzato da alcuni cambiamenti di tipo estetico di piccola entità, una migliore macchina fotografica-camera, lo stesso processore dual-core utilizzato nell'iPad2 e il protocollo Hspa" che, nell'ambito della telefonia mobile, offre prestazioni migliori, aumentando la velocità di trasmissione dei dati rispetto al protocollo Umts.

Un'altra novità, secondo le indiscrezioni, sarà che anche Sprint, T-Mobile e China Mobile potranno essere rivenditori di iPhone. Per ora negli Stati Uniti l'iPhone è venduto solo con contratti At&t e Verizon. Gli appassionati di tecnologia aspettano con impazienza il 6 giugno, la data di inizio della Apple's Worldwide Developers Conference, la conferenza annuale degli sviluppatori del colosso di Cupertino. Di solito è in questo contesto che viene resa nota l'uscita dei nuovi iPhone, ma Apple ha fatto sapere che quest'anno l'evento si concentrerà sul software.

ConnectU, lo sporco segreto dei Winklevoss?

C'è chi ha sottolineato come certe saghe legali siano davvero destinate a non finire mai. Principale protagonista di un recente film premio Oscar, quella scatenata dai gemelli Cameron e Tyler Winklevoss sembra effettivamente in continua evoluzione, colma di rancore ma soprattutto assetata di denaro.

Ma questa volta non si è parlato di Mark Zuckerberg, il CEO di Facebook che è ormai diventato il nemico giurato degli atletici gemelli. Ad aprire una nuova frattura legale è stato Wayne Chang, fondatore dell'ormai dismessa società di sviluppo software i2hub Organization.

Peter Lauriat, giudice presso la Suffolk County Superior Court, ha ora sottolineato come Chang possa rivendicare una porzione significativa nella proprietà di ConnectU, il primigenio social network universitario da cui Mark Zuckerberg avrebbe trafugato idee e tecnologie di sviluppo.
I legali di i2hub Organization avevano infatti avviato una causa legale contro i vertici di ConnectU, accusandoli di aver sfruttato senza compenso uno specifico software per la gestione di una rete P2P. Secondo Chang, il suddetto client gli avrebbe garantito una quota del 15 per cento nel controllo del sito.

Non è tutto. I gemelli Winklevoss avrebbero stretto accordi con Cheng e i2hub Organization, optando per una proprietà condivisa di ConnectU e di altri progetti software. A Cheng spetterebbe complessivamente una quota del 50 per cento del social network. E quindi - almeno secondo i suoi avvocati - una grossa fetta dei 65 milioni di dollari frutto del settlement con Facebook.

Cheng sembrerebbe dunque accontentarsi di una porzione oscillante tra il 15 e il 50 per cento dell'accordo multimilionario con Mark Zuckerberg, calcolo descritto dallo stesso giudice come una speculazione. Il founder di i2hub Organization potrà rivendicare una fetta simile solo per il controllo di ConnectU.

venerdì 13 maggio 2011

Chromebook, il portatile 100% Web di Google

Non è un laptop, nè un computer vero e proprio: è il Web al 100%. Così Google presenta il suo primo portatile con il nuovo sistema operativo Chrome OS 1, pensato per chi "vive" nel browser. L'occasione è la conferenza annuale degli sviluppatori di San Francisco: l'annuncio di Sundar Pichai, direttore responsabile dello sviluppo di prodotto.Tra le caratteristiche di Chromebook l'avvio in 8 secondi, e il caricamento veloce dei siti con il supporto di Flash. La connessione è garantita con Wi-fi e 3G. Per la protezione da malware e virus ci sono la crittografia dei dati, e l'avvio verificato. Per Chromebook Google si allea con Samsung e Acer, che firmano i due modelli, e collabora con Intel. L'esordio nei negozi di 7 Paesi, Italia compresa, è previsto per il 15 giugno. Negli Stati Uniti Chromebook sarà in vendita su Amazon e nelle catene BestBuy a partire da 349 dollari, in Italia secondo un modello "as a service" al costo mensile di 21 euro per le aziende e di 15 per le scuole.