Oggi la macchina è tornata in vita al Politecnico di Torino, dopo un lungo restauro e una prima prova generale che si è svolta il 18 marzo. L’Apple 1 era costituito solo da una scheda madre, che per l’occasione è stata collegata a equipaggiamenti dell’epoca, così come tutti i pezzi sostituiti risalgono alla fine degli anni settanta.
Con questo computer inizia la storia della Mela, la cui sede allora non era ancora a Cupertino ma a Palo Alto, nel garage dei genitori di Steve Jobs. Inizia però anche una vera e propria rivoluzione nell’informazione. Secondo il presidente di BasicNet, Marco Boglione, oltre agli aspetti tecnologici bisogna infatti valutare il contenuto culturale che queste macchine portano con sé. La rivoluzione di Apple non è nata per caso, ma è cresciuta in un contesto di fermento culturale e innovativo in tutti i settori della conoscenza, dalla musica alla politica.
Sul tema della rivoluzione culturale si sono espressi anche Vittorio Marchis docente di Storia della scienza e delle tecniche e Mario Ricciardi, docente di Sociologia dei processi culturali e comunicativi, oltre ad Angelo Meo, già docente di informatica dell’Ateneo. Nell’Aula magna del Politecnico di Torino sono stati esposti diversi modelli e reperti considerati ormai storici, di proprietà dell’Ateneo, tra i quali anche la calcolatrice elettronica Olivetti “Programma 101”.
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