Nella notte la comunicazione al consiglio e ai dipendenti. L'amministratore delegato si è dimesso, resta come presidente. Gli succede Tim Cook, attualmente già quasi plenipotenziario in azienda. Inizia la quarta era della Mela, la seconda senza il suo guru-fondatore
"Ho sempre detto che se fosse mai venuto il giorno in cui non avrei più potuto ricoprire il mio ruolo e soddisfare le aspettative come CEO Apple, sarei stato il primo a farvelo sapere. Sfortunatamente, quel giorno è arrivato": così spiega Jobs la sua decisione, per altro come detto largamente anticipata dagli osservatori visto il prolungarsi del suo congedo. Congedo che in ogni caso è coinciso con il lancio di nuovi prodotti, come iPad 2 e il nuovo MacBook Air, senza contare OS X Lion, tutti fino a questo punto di buon successo, e con due trimestri record consecutivi per l'azienda.
"Per quanto riguarda il mio successore - ha proseguito nella sua breve lettera Jobs - raccomando fermamente di mettere in atto il nostro piano di successione e nominare Tim Cook CEO di Apple". Suggerimento accolto: "Il consiglio d'amministrazione ritiene che Tim (Cook, ndr) sia la persona giusta a essere il nostro nuovo CEO - ha dichiarato Art Levinson a nome della Board nel comunicato stampa di rito - I suoi 13 anni di servizio presso Apple sono stati contrassegnati da performance lusinghiere, e ha dimostrato un notevole talento e un consapevole giudizio in tutte le sue attività".
Nei prossimi mesi, Apple è attesa a una serie di prove che ne segneranno senz'altro le fortune per il futuro: in autunno è programmato il lancio di iOS 5, cui farà compagnia un nuovo iPhone e una gamma di iPod rinnovati. Nelle ultime ore si è fatto un gran parlare della possibilità che ci sia un altro prodotto pronto ad aggiungersi alla linea Mac, mentre da tempo si vocifera della possibilità che Apple possa decidere di tentare il grande balzo dal mondo x86 a quello ARM. Tutte possibilità nelle quali, c'è da scommetterci, la mano di Jobs c'entrerà eccome.
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