L'executive chairman di BigG ammette l'errore. E mostra le carte in tavola: sono i fantastici quattro della tecnologia a dettare le regole ormai. Chi sono gli altri tre? Amazon, Apple e Facebook. Qualcuno ha detto Microsoft?
La “ Gang of four” non è una nuova banda di strada americana o il titolo di un nuovo film poliziesco, ma il nome con cui Eric Schmidt, ieri amministratore delegato e oggi executive chairman di Google, ha definito i quattro colossi delle tecnologie digitali: Amazon, Apple, Facebook e naturalmente Google. Un quartetto senza precedenti, sia per il potere che detiene nel mondo dell’It, sia per quanto vale, circa mezzo trilione di dollari. Notare l’assenza della Microsoft, lasciata fuori dai favolosi quattro perchè azienda di enterprise e, in quanto tale, incapace di guidare “ la rivoluzione dei consumi nella mente dei consumatori”. Intervenendo nella sessione di apertura del convegno organizzato in California dal blog AllThingsD, Schmidt ha speso parole per tutti, approfittando dell’occasione anche per lanciare “ Google Offers”, il nuovo competitor di Groupon.
Dopo aver liquidato la Microsoft bollandola come azienda noiosa e senza idee per lo sviluppo di prodotti innovativi (l’ Xbox non basta), Schmidt ha spostato la sua attenzione sulla Apple. Se da una parte l’ex amministratore delegato di Google ha definito il colosso della Silicon Valley come capace di creare “ prodotti meravigliosi”, dall’altra ha criticato il modo in cui controlla lo sviluppo di iOSP, il sistema operativo per iPhone, iPad e iPod touch. D’altra parte, quello dei sistemi operativi dedicati alla telefonia mobile è uno dei settori in cui Google e Apple sono in competizione, e non stupisce che Schmidt abbia spezzato una lancia a favore di Android, migliore perché, a suo dire, i programmatori che ci lavorano hanno maggiore libertà di sperimentare e lanciare applicazioni.
Passando al social network più famoso al mondo, Schmidt non ha nascosto tutta la sua ammirazione. “ Per anni ci siamo scordati di una cosa importantissima: l’identità - ha detto l’executive chairman - se ne è scordata l’industria così come Google. Facebook è stato il primo a rendere l’identità disambigua, e ciò gli ha permesso di costruire una piattaforma”. Anche se Schmidt è stato onesto nell’ammettere il fallimento di Google nell’impresa di colonizzare il mondo dei social network (ricordando l’infelice esperienza della piattaforma Google Buzz), ha altresì sottolineato come sia importante “ avere piattaforme alternative” nei social media. A riguardo, Google starebbe per lanciare (dovrebbe essere questione di poche ore) il suo pulsante “ +1”, la risposta al “mi piace” di Facebook per permettere a chi possiede un account Google di tenere traccia delle pagine preferite sul Web, così da creare condivisione nella comunità di utenti.
Mettendo a tacere le voci di chi mormorava una sua possibile uscita da Google dopo esser stato destituito dal suo ruolo di amministratore delegato per far posto al co-fondatore Larry Page, Schmidt ha trovato il tempo di lanciare la nuova sfida a Groupon: Google Offers.
Nessun commento:
Posta un commento